Quali test per l’intolleranza al latte?

Quali test per l'intolleranza al latte?

L’intolleranza al latte è dovuta alla carenza o assenza di un enzima chiamato lattasi che è una proteina in grado di digerire lo zucchero del latte, il lattosio: una buona parte della popolazione ne soffre senza saperlo, ma ci sono efficaci test per diagnosticarla.

L’enzima lattasi viene prodotto durante le fasi iniziali della vita per poi scomparire nell’età adulta. Tuttavia, alcuni individui adulti conservano la capacità di produrre lattasi ragion per cui riescono a digerire il latte.

Come si manifesta?

Essa si manifesta con sintomi che vanno dal gonfiore addominale spesso associato a meteorismo, alla diarrea o talvolta anche stitichezza, reflusso gastrico  fino a sintomi più aspecifici quali possono essere acne o eczemi.

Nelle  persone che soffrono di intolleranza al latte, il lattosio indigerito arriva nell’intestino dove viene utilizzato dai batteri intestinali mediante un processo di fermentazione con produzione di gas. Inoltre, la sua permanenza nel colon richiama acqua favorendo la formazione di feci liquide (diarrea). Il soggetto che ne soffre si ritroverà ad avere un forte senso di gonfiore accompagnato a tensione e crampi addominali, fastidio che si manifesta soprattutto nelle ore serali. La tipica affermazione che le pazienti donne  mi dicono spesso è: ho una pancia da donna incinta!

Quali test  si possono fare per sapere se si è intolleranti al latte?

H2-Breath Test

Il test valuta la quantità di idrogeno (H2) nel respiro del paziente.

Nell’individuo intollerante, l’idrogeno prodotto  dalla  fermentazione batterica a livello intestinale, viene assorbito nel circolo sanguigno, arriva ai polmoni e viene eliminato con il respiro.

Il metodo consiste nel far soffiare il paziente in un beccuccio posizionato su un apposito strumento oppure facendo riempire al paziente, sempre espirando, una sacca apposita.

Il test inizia registrando la quantità di idrogeno espirata prima dell’assunzione di lattosio (chiamato valore basale).

Successivamente, il paziente deve assumere uno specifico quantitativo di lattosio e soffiare nuovamente per le 4 ore successive ad intervalli regolari di 30 minuti. Lo strumento analizzerà la composizione del respiro per verificare se è stato prodotto e in quale misura idrogeno (H2).

Se l’idrogeno prodotto supera di tanto il valore basale, vuol dire che  il soggetto è intollerante al lattosio.

I valori ottenuti generalmente sono riportati in un grafico (o in una tabella). In verticale, sulle ordinate, è riportata la quantità di idrogeno e in orizzontale, sulle ascisse, il tempo espresso in minuti.

 

Test genetico lattosio

 

Per effettuare il test, il DNA da analizzare viene estratto da un semplice tampone buccale.

Il prelievo va eseguito quando la bocca è pulita: non devono essere state introdotte sostanze nei 30 minuti precedenti (tra cui cibi, caramelle, bevande alcoliche o zuccherine, caffè o thè, farmaci come sciroppi o sostanze effervescenti, collutori, fumo di sigaretta). E’ consentito bere acqua.

Dalla cellule della mucosa buccale viene estratto il DNA e analizzato per la variazione specifica, in laboratorio. Nel giro di pochi giorni si ha la risposta che sarà Negativa o Positiva.

L’esame risulta facile da eseguire e non invasivo. E’molto utile per la diagnosi di intolleranza  nei bambini.

Il test risulta positivo quando risultano mutate entrambe le copie del gene della lattasi ovvero gene  (C/C).

Il test genetico indica se il soggetto è predisposto o meno a sviluppare una riduzione dell’attività dell’enzima lattasi. Predisposti significa che c’è la possibilità di sviluppare carenza di lattasi nel corso della vita.

E’ importante sottolineare che il  risultato deve necessariamente essere interpretato da un esperto di nutrizione, medico o biologo.

Infatti, questo tipo di analisi permette di distinguere tra l’intolleranza al lattosio di origine genetica, tipica dell’età adulta, e il deficit di lattasi secondario a danno della mucosa intestinale in seguito a gastroenteriti, alcolismo cronico, celiachia, disordini nutrizionali, terapie farmacologiche o interventi chirurgici. In questo modo si evitano falsi positivi o negativi e il sottoporsi da parte del paziente ad analisi particolarmente invasive come la biopsia intestinale o impegnative come il breath test.

Per informazioni o per esporre la tua problematica puoi scrivermi oppure chiamarmi direttamente al numero 349 5823384.